La crescita degli eSport, un fenomeno che non accenna a rallentare la sua corsa, ha avuto numerosi effetti: tra i tanti, spicca sicuramente l’aver messo in luce gli aspetti più sportivi del videogioco competitivo. Assistendo a un incontro di eSport è facile fare paralleli con gli sport tradizionali, magari dando per scontato che chi vinca abbia un maggior livello di pratica, più ore di allenamento, migliori riflessi e così via. Tutti motivi validi e che, nel loro insieme, senz’altro contribuiscono a far andare la vittoria a un giocatore piuttosto che a un altro; ma ci sono anche altri aspetti, spesso difficilmente apprezzabili da chi non abbia dimestichezza con il videogioco. Una particolarità che, a ben vedere, contribuisce ad avvicinare lo sport tradizionale al videogioco competitivo: esattamente come un profano di calcio non sarà in grado di notare determinati schemi di gioco, allo stesso modo un semplice spettatore di eSport potrebbe non notare l’impiego di alcune strategie. Eppure, gli aspetti strategici nel videogioco competitivo sono innumerevoli: più di altri, anzi, contribuiscono a differenziare gli eSport dal “semplice” videogaming.
Prendiamo un gioco di strategia in tempo reale come Age of Empires, titolo di ambientazione storica che vanta un’attiva scena competitiva. I pro player di successo sanno perfettamente che, per mantenersi ad alti livelli competitivi, è necessario adottare nelle partite un approccio strategico dove l’improvvisazione non trova spazio. Ad alcune strategie di base, come prediligere un approccio votato alla fortificazione delle proprie posizioni o uno orientato al rushing, si contrappongono le strategie studiate appositamente per ogni civiltà. Sfruttando le caratteristiche specifiche di ogni fazione, infatti, i videogiocatori professionisti sono in grado di massimizzare l’efficacia di ogni secondo di gioco, diventando in breve invincibili per l’avversario. Un approccio strategico talmente centrale che, in partite competitive, può far dare forfait a un giocatore perché consapevole di non rientrare più nelle condizioni ottimali per mettere in pratica una certa strategia.
Possiamo anche pensare a un gioco dove la strategia è essenziale anche nella versione tradizionale: è il caso del poker. L’aspetto strategico del poker è un elemento che ha sempre contraddistinto il gioco: basti pensare a un bluff, il cui utilizzo strategico è fondamentale per il successo della tattica. Nel poker sportivo online ovviamente la questione è identica, e se non c’è spazio per linguaggio del corpo o poker face rimane comunque fondamentale conoscere le strategie di poker più adatte alle varie situazioni nelle quali ci si può trovare durante una partita competitiva. Per quanto possa sembrare un gioco improntato alla casualità, i successi nel poker sportivo non possono prescindere dal padroneggiare diverse strategie di gioco.
Nel caso di altri titoli, invece, gli approcci strategici tendono a essere una reazione a quello che si ritiene possa fare l’avversario. Prendiamo FIFA o un qualsiasi simulatore calcistico: il tempo speso a preparare la propria formazione è sintomatico dell’importanza che avrà lo schieramento in relazione a quello scelto dall’avversario. Niente di diverso dal calcio giocato, dove l’allenatore spesso effettua le sostituzioni anche in risposta a quelle dell’avversario. Si può anche pensare al gioco strategico per eccellenza, gli scacchi: nel videogioco come di fronte a una scacchiera, saper leggere la strategia dell’avversario e reagire di conseguenza è un requisito essenziale per competere ad alti livelli.
Si può poi fare l’esempio di giochi a turni, nei quali spesso la strategia risiede tanto nella preparazione dello scontro quanto nello scontro stesso. Guardando per esempio alla scena competitiva di Pokémon, l’approccio strategico si nota già dalla messa al punto della squadra da usare: ruoli definiti, sviluppati appositamente e con mosse funzionali a uno stile di gioco ben preciso. Durante il gioco, poi, emerge l’aspetto strategico del confronto su turni: ogni giocatore effettua la propria mossa sia in funzione della propria strategia che in risposta a quella dell’avversario, per esempio scegliendo mosse difensive per prevenire un attacco che prevede poter arrivare il turno successivo.
Si potrebbe obiettare che, in fin dei conti, in molti videogiochi le letture strategiche sono superflue; per quanto potrebbe essere un’osservazione condivisibile, non lo è mai nella scena competitiva. Anche un gioco profondamente arcade come Call of Duty, dove i riflessi giocano un ruolo fondamentale, nello scenario competitivo necessita di ragionamento e strategia. È fondamentale decidere se giocare in maniera aggressiva o conservativa, se raccogliere potenziamenti per sé o sottrarli agli avversari, e così via. Insomma, non è solo il gioco a essere più o meno strategico; è principalmente l’approccio a necessitare di più o meno strategia, e approcciarsi a un videogioco in maniera competitiva non può prescindere da una buona padronanza delle strategie più adatte.