Ogni operatore che si occupi di produzione video, editing ed elaborazione, utilizza quotidianamente codec diversi.
Alla luce del fatto che sono numerose le versioni disponibili, è indispensabile partire da una buona definizione del termine per comprendere le potenzialità di ogni versione.
Il concetto di “Codec” racchiude in sé due processi complementari: coder e decoder.
A cosa servono? Per semplificare, diremo che a causa delle dimensioni dei file video nasce la necessità di ricorrere a delle soluzioni per rendere i file archiviabili, recuperabili e modificabili con un consumo ridotto di risorse. Grazie al Codec video i dati vengono compressi in fase di archiviazione e codifica e decompressi in fase di recupero. Rendendone agevole l’utilizzo. Come abbiamo visto in questo articolo su come registrare un webinar .
Attraverso dei codici, il Codec, comprime e decomprime i dati ogni volta che questi vengono utilizzati e poi archiviati. Può essere applicato anche nelle videocamere e nelle fotocamere del punto di cattura o di riproduzione. Questo permette la trasformazione dei contenuti dal formato originale a quello digitale. Oppure, il caso più evidente, sono gli encoder impoegati per le trasmissione in diretta streaming durante le quali, il segnale video viene codificato e erogato in rete. Sull’ argomento sono interessanti gli schemi per il live streaming presentati in questo articolo sulle dirette streaming di eventi in cui si delineano 4 proposte con 4 flussi video diversi, in funzione degli encoder impiegati
Il Codec permette la trasformazione del segnale audio-video digitale in un formato che possa essere riprodotto. Spesso scalabile, a seconda della piattaforma. Come YouTube e il codec VP9 L’hardware riduce le dimensioni dei dati fino a raggiungere la grandezza giusta per la visualizzazione, la riproduzione, l’archiviazione e il trasferimento.
Gamma di Codec
A questo punto, ci addentriamo nel mondo dei Codec per poter individuare quello più adatto alle personali esigenze, anche se è un argomento fluido, in divenire, per il costante sviluppo.
Sono moltissimi i Codec tra cui poter scegliere, ma tutti possono rientrare in una delle due grandi categorie: senza perdita di dati o con perdita.
Il primo gruppo garantisce poca riduzione ma allo stesso tempo mantiene inalterata la qualità dei file.
Il secondo gruppo racchiude Codec che garantiscono una compressione maggiore ma al costo della perdita di alcune informazioni. In questi casi è necessario fare attenzione al tipo di Codec scelto, in quanto in alcuni casi potrebbe cambiare la colorimetria.
In linea generale, ogni Codec ha il medesimo scopo: comprimere i dati in modo tale che il file sia gestibile a fronte di una ridotta perdita di informazioni. Il processo prevede il taglio e la successiva compressione. In alternativa confrontano i contenuti eliminando quelli non necessari. Ciò permette di alleggerire il file.
MPEG
Il gruppo di Codec più utilizzati si riferisce allo standard MPEG. Acronimo di Moving Picture Experts Group. Una organizzazione che identifica e codifica lo standard. Dal quale si sviluppano diversi formati primari e un numero ancora maggiore di derivati.
MPEG-1 rappresenta il flusso di dati riprodotto ad altissima qualità. L’estensione MP3, ossia MPEG-1 Layer 3 permette la compressione dei file audio. È stato sviluppato da Fraunhofer. Viene applicato anche per i video MPEG-1 che non sempre includono gli MP3.
La maggior parte dei PC e dei lettori DVD possono leggere i file MPEG-1 e MP3.
Con l’MPEG-1 la scansione è progressiva, cioè permette la memorizzazione e la visualizzazione dei video composti da immagini sequenziali. In alternativa, con il metodo intrecciato, il file viene diviso in due e ogni parte viene elaborata separatamente dall’altra.
Gli MP3 riducono notevolmente lo spazio occupato, anche se ciò comporta una perdita di informazioni. È il formato utilizzato in tutti gli apparecchi digitali, audio e le piattaforme che vendono musica. Il formato tipico ha una velocità di 128kbit/sec, che rappresentano un undicesimo della dimensione originale.
MPEG-4
Il contenuto MPEG-4 utilizza video interlacciati e progressivi. Usa tecniche migliori rispetto a quelle impiegate dall’MPEG-1. È lo standard di riferimento ed è largamente accettato. Da cui deriva il Codec H.264.
H264
Questo standard caratterizzato da grande flessibilità e varietà d’impiego. È in grado di comprimere file video e audio a qualunque livello di qualità. La capacità di regolare la dimensione rende, questo strumento, efficiente in fase di compressione, di trasmissione, di utilizzo e di archiviazione dei file.
H265
Come evoluzione del formato precedente garantisce una qualità superiore e un contestuale sforzo maggiore in presenza di file con dimensioni inferiori. Con questa versione la capacità di comprimere i file viene raddoppiata.
ProRes
Estremamente diffuso nei contesti professionali. Inizialmente pensato per gli utenti Apple che utilizzavano iMovie e Final Cut. Dispone di almeno tre formati differenti: 422,444, RAW. Sviluppato per garantire una qualità di almeno 8K in elaborazione e superiore in riproduzione, permette una definizione eccezionale dei colori.
WMV
Un ulteriore tipologia di Codec largamente diffuso è Windows Media Video, meglio noto come WMV. La sua popolarità è legata alla notorietà dei prodotti Microsoft con sistema operativo Windows. In origine è stato pensato per alleggerire i file trasmessi in streaming, come alternativa a RealVideo. La versione WMV9 si presenta come doppiamente più veloce del Codec MPEG-4 e ancora più performante rispetto a MPEG-2. Inoltre rappresenta la base da cui è stato sviluppato SMPTEVC-1.
Contenitori e Codec
Quali differenze ci sono tra un Codec e i contenitori? Come prima cosa è necessario definire il concetto di contenitore. In pratica è una strumento che permette di archiviare i dati senza avere alcuna funzione di decodifica o codifica. Che demanda ad uno dei tanti Codec il compito di codificare e decodificare le informazioni. Tra i Codec impiegati, ad esempio, dal contenitore QuickTime ci sono MPEG-4, K3G, SKM.